Cosa e quanto devono mangiare? Consigli alimentari per bambini da 3 a 6 anni

Cosa e quanto devono mangiare? Consigli alimentari per bambini da 3 a 6 anni

Cosa e quanto devono mangiare i bambini tra i 3 e i 5 anni? Per rispondere al quesito che si pongono tante famiglie italiane, partiamo da un presupposto: il sovrappeso e l’obesità che affliggono decine di migliaia di bambini delle scuole primarie piemontesi non nascono dal nulla, ma affondano le radici in abitudini alimentari scorrette, che i piccoli apprendono e imparano a far proprie fin dai primi anni di vita.

E qui a scatenarsi il dibattito: la responsabilità è della società, o delle istituzioni, o della televisione, o dei social network, o, in ultima analisi, delle famiglie.

In realtà dietro il fenomeno c’è un concorso di colpe, non necessariamente volute o strategicamente orchestrate. Prendiamo il caso dei genitori: tutte le mamme e i papà cercano di offrire il meglio ai propri figli, ma spesso è proprio un fraintendimento sul significato di questo “meglio” a far compiere scelte errate.

Al netto di eventuali patologie, i bambini che, in età da scuola elementare, palesano sempre più frequentemente un eccesso ponderale, spesso sono gli stessi bimbi di cui alla materna i genitori andavano fieri non denotando nel loro essere paffutelli le avvisaglie di una futura problematica ma, anzi, un segno tangibile di “buona salute”.

Tale distorsione è ancora il retaggio dei tempi in cui le persone – anche nel florido Occidente – disponevano di poco cibo e, al contempo, si muovevano a piedi o in bici ed erano abituate a trascorrere quasi tutto il tempo all’aria aperta. Poi è arrivato il boom economico, che ha portato nelle case degli italiani l’abbondanza a tavola e la comodità di avere tutto a portata di mano, incrementandone l’apporto alimentare e limitandone l’attività fisica.

Il risultato è che oggi, tutti gli studi epidemiologici evidenziano una diffusione incontrollata (o scarsamente controllata) dell’eccesso ponderale in età pediatrica, con la percentuale di bambini sovrappeso e obesi aumentata di circa 3 volte rispetto al 1975.

Che fare per invertire questa tendenza? Preso atto del problema, il primo passo è quello di provare a prevenirlo, sia attivando azioni di rete come quelle messe in campo dal network Corriamo a Tavola, sia promuovendo il movimento e la corretta alimentazione dei bambini già a partire dalla scuola materna. Vediamo come.

L’attività fisica per contrastare la sedentarietà dei bambini delle scuole materne

Soprattutto in città, troppi fattori concorrono a favorire la sedentarietà dei bambini (urbanizzazione, tempo libero ridotto, scarsa disponibilità di spazi ricreativi, di zone pedonali, di parchi o di strutture sportive). Non a caso, un problema segnalato da più parti è la mancanza addirittura delle competenze di base nei bambini, al punto che in tanti non sono in grado neanche di fare una capriola!

I bambini dovrebbero praticare quotidianamente un’attività fisica destrutturata: una definizione altisonante per descrivere ciò che è stato il vissuto di tanti genitori e nonni. In pratica, vuol dire poter correre, giocare con la palla o a corpo libero in un prato, proprio per poter sviluppare le famose competenze di base, e mettere alla prova i limiti e le capacità del proprio corpo.

Crescendo, vi si potrà poi affiancare un’attività fisica strutturata, vale a dire un corso sportivo vero e proprio, seguendo l’inclinazione di ogni singolo bimbo.

I vantaggi dell’attività fisica nei bambini sono innumerevoli:

  • a livello fisico favorisce lo sviluppo di muscoli, articolazioni e ossa forti; ha effetti positivi sui sistemi cardiovascolare, respiratorio, immunitario, nonché sul controllo del peso corporeo;
  • aiuta a migliorare coordinazione ed agilità e favorisce una postura corretta;
  • da un lato è un toccasana per umore, funzioni cognitive, qualità del sonno, dall’altro riduce lo stress, l’ansia, la depressione, che, con le dovute proporzioni, iniziano a fare capolino fin dalla tenera età;
  • promuove le interazioni sociali, la capacità di lavorare in squadra, il rispetto delle regole, dei ruoli e degli antagonisti.

La corretta alimentazione dei bambini dai 3 ai 5 anni

E veniamo al secondo aspetto: quello alimentare. Come spiga la dottoressa Gabriella Regis, biologa nutrizionista del progetto Corriamo a Tavola, “dopo il periodo di crescita esplosiva che va da 0 a 3 anni circa, periodo in cui il bimbo aumenta in media di 5 volte il proprio peso rispetto a quello della nascita, nella cosiddetta seconda infanzia (3-5 anni) il bambino cresce comunque costantemente, ma con un ritmo decisamente minore. Si muove, gioca, ha mille stimoli e spesso sembra aver meno appetito. E qui si innesca il primo corto circuito, perché tanti genitori (e nonni) allarmati dal vedere il piccolo di casa – un tempo così pacioccoso – diventare più alto e magro, cercano di sopperire adottando nei suoi confronti un comportamento alimentare sbagliato”.

Quale? La scena è facile da immaginare. “Il bimbo, crescendo, diventa più longilineo e comincia a rifiutare certi cibi (solitamente frutta e verdura) – commenta ancora Gabriella Regis -. Genitori e nonni, preoccupati che possa deperire, cominciano ad assecondarne i capricci. Risultato: in pochissimo tempo, quel bambino che assaggiava di tutto, ridurrà il suo menù a pasta, pizza, patatine fritte, carne (ma solo fettina e cosciotto di pollo), prosciutto, e naturalmente, dolci industriali a profusione. Talvolta qualche frutto si riesce ancora ad inserire in qualche pasto, altrimenti l’alternativa sono i succhi di frutta perché, erroneamente, si pensa: Non mangia la frutta ma beve il succo che è la stessa cosa. Anche in questo caso, niente di più sbagliato: scarsa fibra e alto quantitativo di zuccheri rendono i succhi ben lontani dalla frutta vera“.

Ricapitolando: le principali problematiche alimentari del bambino riscontrate in questa fascia di età sono:

  • il tentativo del bimbo di affermare la propria libertà di scelta anche attraverso il rifiuto di certi alimenti;
  • l’errata percezione del peso del proprio figlio da parte dei genitori;
  • l’insorgere o il reiterarsi di determinati comportamenti alimentari scorretti.

“La conseguenza – chiosa la dottoressa Regis – è un eccesso di calorie, proteine, grassi saturi, sale, zuccheri semplici, tutti, a vario titolo, fattori di rischio per lo sviluppo di sovrappeso e obesità nel bambino o di malattie cardiovascolari, diabete o sindrome metabolica. D’altro canto, lo sbilanciamento dell’alimentazione comporta anche deficit: di fibre, calcio, ferro, zinco, vitamine, dovuti allo scarso consumo di cereali integrali, frutta, verdura, legumi.

Prevenire e contrastare sovrappeso e obesità dei bambini dai 3 ai 6 anni

Come destreggiarsi a tavola? “Innanzitutto – illustra la biologa nutrizionista di Corriamo a Tavola – per rintuzzare il rifiuto di certi alimenti da parte del bambino, è bene offrirglieli ripetutamente, variando modo di cottura e ricetta. Ciò non significa forzare il bambino a finire un intero piatto di broccoli, ma incitarlo perlomeno ad assaggiarlo, ripresentandoglielo a distanza di qualche giorno sotto altre spoglie. È noto che un cibo vada riproposto almeno 8-10 volte ad un bambino prima di essere accettato: arrendersi dopo 2-3 rifiuti non è la strada giusta”.

Per il resto, le indicazioni per la sana alimentazione del bambino di 3-6 anni non sono molto diverse di quelle già fornite per i bimbi in età da scuola primaria. Riassumiamole:

  • frazionare il consumo di cibo in 5 pasti giornalieri, senza saltare mai la colazione;
  • limitare l’uso di grassi da condimento (preferire l’olio extra vergine di oliva sempre), il sale, lo zucchero;
  • la prima colazione può essere fatta con latte parzialmente scremato o the, insieme a biscotti secchi o a fette biscottate con marmellata, o ad una fetta di pane, meglio se integrale, con marmellata o cereali (attenti però a quelli “pensati apposta per i bimbi” perché particolarmente ricchi di zuccheri aggiunti);
  • per gli spuntini privilegiare un alimento contenente carboidrati a lento assorbimento e fibre che ha un potere saziante maggiore (meglio un frutto ricco di fibre che un succo di frutta, meglio una fetta di pane con marmellata che una merendina);
  • a pranzo e cena non deve mai mancare una porzione di verdura cruda o cotta, magari servita a inizio pasto, quando il bambino è più affamato e meno propenso a rifiutare il cibo;
  • preferire sempre l’acqua ai succhi di frutta o alle bibite gassate e farne bere al bambino una quantità adeguata;
  • limitare al massimo l’uso di cibi precotti o confezionati, ricchi di grassi, sale, conservanti ed additivi;
  • attenzione anche al metodo di cottura: pentola a pressione, forno, griglia, cottura al vapore sono da preferire.

“In questo periodo della loro vita – conclude la dottoressa Gabriella Regis – i bimbi sono estremamente plastici. Sfruttiamo tale attitudine per insegnare loro fin da piccini la bellezza del movimento all’aria aperta; e la soddisfazione nell’apprezzare la buona e sana cucina mediterranea, magari anche coinvolgendoli, quando si ha un po’ più di tempo a disposizione, come nel fine settimana, nella preparazione dei cibi che poi si porteranno a tavola.

Renderli artefici di ciò che mangeranno – anche attraverso giochi come quello di bendarli e far loro indovinare gli ingredienti di un piatto dal gusto, dall’olfatto o dal tatto – è un viatico per far loro apprendere, in maniera divertente e interattiva, i valori nutrizionali dei cibi, e dotarli quindi, fin dall’infanzia, di quello spirito critico e di quelle nozioni di base che li aiuteranno a prevenire o contrastare l’insorgere di sovrappeso e obesità”.

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Se avete domande da sottoporre alla dottoressa Gabriella Regis, scrivete una mail a:

gabry.regis@libero.it – babyrun2013@gmail.com

oppure compilate il seguente form e sarete prontamente ricontattati.

Redazione Corriamo a Tavola

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