Pesce nella dieta del bambino: quanto, quale e perché

Pesce nella dieta del bambino: quanto, quale e perché

Sicuri che il pesce nell’alimentazione del bambino sia importante solo perché contiene il fosforo? In realtà, quello che era (ed è!) il principale motivo addotto dalle nonne per convincere i nipotini a mangiarlo, è soltanto una delle ragioni che fanno del pesce un alimento particolarmente indicato per il corpo in fase di crescita dei bambini e dei ragazzi.

Ecco, dunque, in questo prospetto a cura della dottoressa Gabriella Regis, biologa nutrizionista specializzata in alimentazione dei bambini e coordinatrice del progetto Corriamo a Tavola, per la prevenzione e il contrasto del sovrappeso e dell’obesità in età pediatrica, una rapida e diretta risposta alle principali domande relative all’inserimento del pesce nella dieta del bambino: quanto, quale, come e perché!

Riassumiamo, dunque, le ragioni per cui il pesce è impostante nella dieta del bambino.

L’importanza del pesce nella dieta del bambino: 6 ragioni

  1. Il pesce è un’ottima fonte di proteine di alto valore biologico, utilissime ai muscoli e alle cellule del bambino;
  2. data la struttura delle sue proteine, il pesce è più digeribile della carne (e, peraltro, per lo stesso motivo la sua cottura è più veloce);
  3. i grassi del pesce sono perlopiù polinsaturi omega 3, in particolare il DHA, un acido grasso fondamentale per lo sviluppo ottimale del sistema nervoso dei bambini;
  4. i prodotti ittici sono la fonte alimentare principale di iodio, minerale chiave per la sintesi degli ormoni tiroidei;
  5. ferro, zinco, calcio sono altri minerali di cui il pesce è ricco e di cui si avvantaggeranno il corpo in rapida crescita dei bimbi, e il loro scheletro;
  6. è ricco di vitamine soprattutto liposolubili (vitamina D, importantissima per il corretto sviluppo dello scheletro, fra tutte).

Il pesce nell’alimentazione dei bambini: 4 consigli utili

  1. Sono sufficienti 2 porzioni alla settimana per assicurare l’apporto richiesto di DHA e per non incorrere in un consumo eccessivo di inquinanti (in particolare di mercurio)
  2. al banco del pesce preferite i pesci del Mediterraneo, vale a dire il pesce azzurro (sgombro, acciughe, sarde, etc); meglio ridurre al minimo il consumo di pesce di grossa taglia come pesce spada e tonno (contengono più inquinanti degli altri, soprattutto mercurio); polpo e calamari al massimo una volta alla settimana; i molluschi ed i crostacei vanno consumati con più moderazione;
  3. sia il pesce fresco sia quello surgelato hanno valori nutrizionali molto simili. Ovviamente non si sta parlando di prodotti industriali (impanati e pronti all’uso) in quanto apportano poche calorie ma pochi nutrienti, contenendo una ridotta quantità di pesce rispetto all’impanatura che, tra l’altro, è già fritta;
  4. la cottura al forno o al vapore o con il microonde sono le migliori.

Redazione Corriamo a Tavola

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