I salumi nell’alimentazione del bambino: quali e quanti?

I salumi nell’alimentazione del bambino: quali e quanti?

A partire da che età dare il prosciutto cotto al bambino? Prosciutto crudo e wurstel sono “pericolosi” per il bambino anche dal punto di vista nutrizionale oltre che per il maggiore rischio di soffocamento che vi è associato? E in definitiva: che ruolo hanno i salumi nell’alimentazione del bambino?

I salumi sulle tavole degli italiani

I salumi sulle tavole degli italiani stanno assumendo un’importanza crescente:

  • un po’ per la loro duttilità, che ne fa ingredienti protagonisti indistintamente di antipasti, primi e secondi piatti, elaborati così come di semplice realizzazione;
  • un po’ anche per la loro grande varietà, in grado di soddisfare praticamente tutti i palati;
  • un po’, infine, per la campagna promozionale legata a tradizioni e tipicità territoriali che li ha progressivamente connotati come prodotto sano e genuino.

Ma è sempre tutto vero? Per rispondere, iniziamo a conoscere un po’ meglio i salumi che finiscono sulle tavole degli italiani.

I salumi sono alimenti a base di carne sottoposti a particolari processi di trasformazione e stagionatura, come si diceva, particolarmente amati da grandi e piccini.

Spesso provengono da carni di bovino, suino o ovino; talvolta anche di tacchino o pollo.

Li distinguiamo in salumi insaccati e salumi non insaccati:

  • ai salumi insaccati appartengono tutti quei salumi (ad es. salame e mortadella), le cui carni lavorate sono inserite all’interno di un involucro perlopiù rappresentato dall’intestino di un animale (o talvolta sintetico);
  • i salumi non insaccati, come prosciutto, speck, bresaola, invece, sono prodotti a partire da parti intere dell’animale, provenienti da differenti tagli, e trasformate secondo diverse metodiche.

Parte integrante della nostra tradizione culinaria, i salumi nell’alimentazione dei bambini stanno assumendo un’importanza, anche quantitativa, sempre maggiore:

  • da una parte perché è comodo dare il prosciutto al bambino, ad esempio, in un panino, invece di studiare complicate soluzioni alternative;
  • dall’altra perché quello tra bambino e salumi è quasi sempre un amore a prima vista e, dunque, a differenza di altri alimenti, non occorre troppa “fatica” per farglieli mangiare.

QUANTI salumi nell’alimentazione del bambino?

Ma i salumi fanno bene al bambino dal punto di vista nutrizionale?

Cerchiamo di capirlo innanzitutto scoprendo i nutrienti dei salumi, con il supporto della dottoressa Gabriella Regis, biologa nutrizionista specializzata in bambini, a Torino,e referente del network Corriamo a Tavola.

  • proteine di elevato valore biologico: tipiche dei prodotti di origine animale, sono complete di tutti gli aminoacidi necessari al nostro organismo, compresi quelli essenziali;
  • sali minerali, tra cui potassio, ferro, fosforo, ma soprattutto sodio e cloro, dato l’elevato contenuto in sale, utilizzato per la conservazione;
  • vitamine, soprattutto niacina, biotina, folati, B12;
  • grassi, la cui quota è molto variabile da un salume all’altro, oscillando da valori intorno al 3-5% per bresaola o prosciutto cotto magro fino ad arrivare al 30-35% di pancetta, coppa, salame.

“Anche partendo da tali premesse – commenta la dottoressa Regis – è facile comprendere che è bene limitare l’apporto di salumi nell’alimentazione del bambino, oltre a scegliere con attenzione quale tipo di salume dare al piccolo, come vedremo più avanti”.

Ecco due semplici indicazioni per introdurre correttamente i salumi nell’alimentazione del bambino:

  • Per un bambino di età compresa tra i 6 e i 10 anni, è consigliabile limitare il consumo di salumi a una sola volta a settimana (25-30 gr, corrispondenti a circa 2 fette di cotto e 4 di bresaola o 1 di mortadella) prediligendo quelli con minore contenuto di grassi (prosciutto cotto e bresaola) e sale. Come per la carne, anche per i salumi vale l’indicazione: pochi ma buoni!
  • I salumi, inoltre (come neanche i formaggi) non dovrebbero essere considerati un di più a fine pasto ma una delle tante fonti di proteine che è bene alternare nel corso della settimana: carne bianca o rossa, salumi, formaggi, uova, pesce e legumi.

QUALI salumi nell’alimentazione del bambino?

Abbiamo già compreso che, aldilà del sapore e del prezzo, i salumi non sono tutti uguali nemmeno dal punto di vista nutrizionale. Di qui la domanda: quali salumi scegliere per la corretta alimentazione del bambino?

Il prosciutto cotto nell’alimentazione del bambino

Il salume più amato dai piccoli, è anche quello più adatto per loro. Ovviamente ciò non significa che si possa abusare del prosciutto cotto nell’alimentazione del bambino. E, soprattutto, che si possa dare per assunto che un prosciutto cotto vale l’altro.

“Non tutti i prosciutti cotti sono uguali tra loro – conferma la dottoressa Gabriella Regis – e, come per ogni altro alimento, quando lo acquistiamo è bene dare uno sguardo a tutte le diciture impresse sulla confezione, perché ad un occhio attento dicono tante cose:

  • il prosciutto cotto può essere semplice, scelto o di alta qualità a seconda del grado di umidità che passa dall’82% al 79.5% fino al 76.5% massimo, rispettivamente. Più la qualità della carne di partenza è buona, minore è la quantità di salamoia utilizzata (il mix di sale, acqua, aromi, zuccheri, additivi, che vengono iniettati nella carne durante il processo di trasformazione, e necessaria a garantirne la conservazione), minore sarà il grado di umidità del prodotto finale. Anche la valutazione “occhiometrica” ci può venire in aiuto: fette di prosciutto troppo lucide, che restano attaccate tra di loro, sono indice di alta umidità e minore qualità;
  • il cotto migliore (scelto o di alta qualità) deve essere prodotto utilizzando esclusivamente la coscia di suino, di cui devono essere chiaramente distinguibili almeno 3 dei 4 muscoli che la compongono;
  • nel prosciutto “alta qualità” non troviamo né polifosfati né proteine della soia;
  • il contenuto in calorie del prosciutto dipende dalla quantità di grassi presenti: confrontando le tabelle nutrizionali presenti sulle confezioni di prosciutto cotto, e scegliendo quello con il minor apporto calorico, ci garantiremo un prodotto anche più magro.
Le linee guida nutrizionali suggeriscono di limitare l’impiego di salumi nell’alimentazione del bambino

I wurstel nell’alimentazione dei bambini

Prodotti tipici di Germania e Austria, hanno iniziato ben presto a farsi amare anche dagli italiani, tanto che i wurstel nell’alimentazione dei bambini sono  sempre più spesso abusati.

Nati come prodotti di carne suina, oggi li troviamo anche di pollo o di tacchino o misti. Il genitore più attento, però, si pone sempre molti interrogativi di fronte a questo alimento, e si domanda, a ragione: “È bene inserire i wurstel nell’alimentazione dei bambini”.

“I dubbi sono fondati – spiega ancora la biooga nutrizionista di Corriamo a Tavola – poiché si tratta di carni processate, con un contenuto elevato sia di grassi saturi sia di sale, entrambi da limitare poiché fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari e sovrappeso/obesità”.

Posto, dunque, che è bene limitarne il consumo, come orientarsi nell’acquisto dei wurstel? La risposta della dottoressa Regis è analoga a quella relativa al prosciutto: “Controllando sempre la lista ingredienti e la tabella nutrizionale:

  • solitamente i wurstel di suino sono quelli con la lista ingredienti più corta, segno che è stata usata una materia prima migliore, rispetto a quelli di tacchino o pollo;
  • nel caso di wurstel di pollo e/o tacchino evitare quelli che contengono carne separata meccanicamente (contengono carne di qualità inferiore, ottenuta mediante un processo ad alta pressione che “spreme” le carcasse di polli e tacchini dopo che queste sono state private delle parti migliori quali petto, coscia, ali etc);
  • se la lista ingredienti è particolarmente lunga e ricca di aromi e conservanti, meglio lasciare il prodotto nel banco frigo e sceglierne uno più “semplice” (troppi aromi, additivi e conservanti indicano l’impiego di carne di qualità mediocre);
  • l’ascorbato di sodio (antiossidante) e il nitrito di sodio (conservante) sono presenti in tutti i wurstel, mentre solo alcuni hanno polifosfati (usati come addensanti) oppure glutammato di sodio (esaltatore di sapidità), usati per sopperire alla minor qualità della carne di partenza: voi quali scegliereste?”.

Come dicevamo, trattandosi di carni processate, è bene limitare al massimo l’impiego di wurstel nell’alimentazione del bambino, evitando di conservarne scorte in frigo perché “sono così comodi da preparare all’ultimo momento”.

Un uovo alla coque, un pezzo di Parmigiano, un piatto di riso e piselli, una fettina di carne sono alternative altrettanto veloci da usare a rotazione per i vari pasti settimanali in famiglia.

Ricette con i salumi per i bambini: cucinare in modo sano

Il bambino va matto per i salumi ma, come abbiamo visto, è bene limitarne il consumo. Come risolvere questa difficile equazione? Un modo semplice potrebbe essere quello di trasformare gli affettati nel “piatto della settimana”, magari coinvolgendo il bambino nella preparazione di una ricetta sana e sfiziosa.

Un esempio è quello degli hamburger di prosciutto (CLICCA QUI PER LA RICETTA): un piatto nato dalla creatività della nostra food blogger Sabrina Viotti, e semplice da realizzare.

Bambini: una merenda sana con il prosciutto cotto

Patatine? Pizza? Focaccia? I salumi, nelle giuste proporzioni, possono anche rappresentare un’alternativa sana per la merenda del bambino. Come spiega ancora la dottoressa Regis, “Per un bambino tra i 6 e i 10 anni, una fetta di prosciutto cotto (20-24 g), una fetta di pane integrale (30 g) e due spicchi di mela sono ingredienti ideali per una merenda sana e bilanciata che, senza appesantirli, fornisce al bambino tutti i nutrienti necessari per affrontare al meglio gli impegni pomeridiani”.

Il piatto della settimana, così come la merenda: nient’altro che espedienti per applicare i principi della sana alimentazione anche a quei cibi, come i salumi, sui quali è bene privilegiare con più determinazione la qualità alla quantità, sia per ridurre il rischio di sviluppare patologie in età adulta, sia per prevenire e contrastare sovrappeso e obesità del bambino.

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Se avete domande da sottoporre alla dottoressa Gabriella Regis, scrivete una mail a:

gabry.regis@libero.it – corriamoatavola@gmail.com

oppure compilate il seguente form e sarete prontamente ricontattati.

Redazione Corriamo a Tavola

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